Villa Malaparte: una casa verso l’infinito

Villa Malaparte è una delle case più famose e affascinanti di Capri, un capolavoro di architettura moderna che si integra perfettamente con il paesaggio naturale dell’isola. La villa fu ideata e voluta dallo scrittore Curzio Malaparte, che la chiamò Casa come me, per esprimere il suo carattere forte e solitario. In questo articolo vi raccontiamo la storia e le caratteristiche di questa casa unica nel suo genere.

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La storia di Villa Malaparte

L’amore di Curzio Malaparte per Capri nacque nel 1936, quando visitò l’isola per incontrare l’amico Axel Munthe. Rimase colpito dalla bellezza del luogo e decise di acquistare un terreno su Punta Massullo, un promontorio roccioso che si affaccia sul mare. Per realizzare la sua casa, si affidò all’architetto Adalberto Libera, esponente del razionalismo italiano, ma poi entrò in contrasto con lui e lo escluse dal progetto. Malaparte si occupò personalmente della progettazione e della realizzazione della villa, con l’aiuto del capomastro Adolfo Amitrano. I lavori durarono dal 1938 al 1940 e costarono circa 200 mila lire.

La villa fu concepita come una dimora isolata e inaccessibile, raggiungibile solo via mare o attraverso una lunga scalinata di 99 gradini. Malaparte vi abitò fino alla sua morte nel 1957, ospitando numerosi intellettuali e artisti, tra cui Alberto Moravia, Elsa Morante, Jean Cocteau e Pablo Picasso. Dopo la sua scomparsa, la villa fu abbandonata e subì atti di vandalismo e danni causati dagli agenti atmosferici. Nel 1972 fu donata dai nipoti di Malaparte alla Fondazione Giorgio Ronchi, che ne curò il restauro e la valorizzazione. Oggi la villa è visitabile solo su appuntamento e ospita eventi culturali.

Le caratteristiche di Villa Malaparte

Villa Malaparte è un esempio di architettura organica, che si adatta al contesto naturale in cui è inserita. La villa ha una forma di parallelepipedo rosso pompeiano, interrotto da una scalinata che conduce al tetto-terrazza. Il tetto è uno degli elementi più suggestivi della casa, dotato di un paravento curvilineo che crea un effetto scenografico e protegge dal vento. Da qui si può godere di una vista mozzafiato sui Faraglioni e sulla Penisola Sorrentina.

Gli interni della villa sono caratterizzati da uno stile sobrio ed essenziale, con pochi arredi e decorazioni. Il salone principale ha quattro grandi finestre che offrono quattro panorami diversi: il mare, la roccia, il cielo e il bosco. Le altre stanze sono lo studio, la camera da letto di Malaparte, l’ospizio per gli ospiti e la favorita per le sue amanti. Gli ambienti sono arricchiti da alcuni elementi originali, come la stufa a campana in maiolica dipinta da Massimo Campigli, il camino in pietra lavica disegnato da Alberto Savinio e il tavolo in legno intarsiato da Giacomo Balla.

Villa Malaparte è una casa che racconta la personalità e la vita del suo creatore, ma anche la storia e la cultura del Novecento italiano. Una casa che sfida le convenzioni e le mode, che si impone con la sua forza espressiva e che dialoga con il paesaggio in cui è immersa.

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Villa Malaparte interni: una casa come me

Villa Malaparte è una delle case più famose e affascinanti di Capri, progettata e voluta dallo scrittore Curzio Malaparte come espressione della sua personalità e del suo rapporto con il paesaggio. La villa, costruita tra il 1938 e il 1940 su un promontorio roccioso che si affaccia sul mare, è un capolavoro dell’architettura moderna, in cui si fondono elementi razionalisti e mediterranei. In questo articolo vi proponiamo una breve recensione di tre libri che raccontano la storia, il progetto e il restauro di Villa Malaparte, con particolare attenzione agli interni, semplici ma ricercati, che riflettono il gusto e la cultura del suo proprietario.

▷ Malaparte. Impossibili architetture. A thousand architectures

Questo libro, edito da Quodlibet nel 2016, è una raccolta di saggi che esplorano le diverse dimensioni di Villa Malaparte: architettonica, letteraria, cinematografica, artistica. Il volume ripercorre la genesi e le vicende del progetto, attribuito all’architetto Adalberto Libera ma in realtà frutto della visione di Malaparte stesso, che lo modificò e lo personalizzò secondo le sue esigenze e aspirazioni. Il libro analizza anche il ruolo della villa come scenario di opere letterarie e filmiche, come il celebre Le Mépris di Jean-Luc Godard, e come fonte di ispirazione per artisti contemporanei. Il libro è arricchito da numerose immagini, tra cui disegni tecnici, fotografie storiche e attuali, rendering e modelli 3D.

▷ La pelle

Questo libro, edito da Adelphi nel 2019, è uno dei romanzi più noti di Curzio Malaparte, pubblicato per la prima volta nel 1949. Ambientato nella Napoli liberata dagli alleati durante la seconda guerra mondiale, il libro è un’opera cruda e provocatoria, che denuncia le atrocità e le miserie della guerra e dell’occupazione. Tra i personaggi che popolano il romanzo c’è anche Villa Malaparte, descritta come una casa solitaria e orgogliosa, che domina il mare con le sue pareti rosse. La villa è il luogo in cui lo scrittore si rifugia dalla realtà caotica e violenta della città, ma anche il luogo in cui ospita i suoi amici e i suoi nemici, tra cui il generale americano Mark Clark. La villa diventa così un simbolo della contraddizione tra bellezza e orrore che caratterizza il libro.

▷ Maledetti toscani

Questo libro, edito da Bompiani nel 2020, è una raccolta di articoli scritti da Curzio Malaparte tra il 1944 e il 1956 per vari giornali italiani e stranieri. Il tema comune dei testi è la Toscana, la regione natale dello scrittore, che egli ama e odia allo stesso tempo. Malaparte dipinge un ritratto ironico e spietato dei toscani, definiti come un popolo di maledetti, orgogliosi, astuti, egoisti, ma anche geniali e creativi. Tra i vari argomenti trattati nel libro c’è anche Villa Malaparte, che lo scrittore considera come una sorta di casa toscana trasportata a Capri. La villa è infatti costruita con materiali tipici della Toscana, come la pietra serena e il cotto rosso, ed è ispirata alle forme delle case rurali toscane. La villa rappresenta quindi l’espressione dell’identità toscana di Malaparte, ma anche la sua sfida al conformismo e alla banalità.

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